Ci sono
posti in Europa, che nessuno conosce. O meglio, che gli Italiani non conoscono.
E a volte è meglio così.
Ci sono
posti in Europa, senza mare, che valgono comunque la pena di essere visti.
Uno di
questi è il Midi Pyrénées.
Una grande regione della Francia interna, fatta di grotte, boschi, fiumi e paesi medievali.
Due anni
fa, prima di migrare verso la costa basca (di cui parlo qui) abbiamo trascorso una settimana in Dordogne (vi ricordate la casa con la piscina dentro?)
La prima
gita che abbiamo fatto è stata alla Gouffre de Padirac (per fortuna prenotata
dall’Italia. Consiglio spassionato: prenotate assolutamente, pena 2 ore di coda, e prenotate per la
mattina presto, non oltre le 10 di mattina), una cavità naturale nel dipartimento del Lot.
Purtroppo
nella grotta non si possono fare foto, vi basti sapere però che all’interno (a
100 metri di profondità) scorre un fiume sotterraneo che si percorre in
barca (ai bambini è piaciuto moltissimo).
Nella zona
ci sono anche altri siti da non perdere (anche se noi non ci siamo andati,
gravitavamo un po' più a nord) come la Grotta di Pech-Merle o Figeac
con il suo Musée Champollion des Ecritures du Monde (e il pavimento della corte
interna decorato con la Stele di Rosetta).
Vabbè,
tutto questo per dirvi, che dopo la bellissima visita alla Gouffre di Padirac
ci avanzava tempo – tornando verso Souillac – per fermarci da qualche altra
parte.
Abbiamo
scelto Rocamadour, un villaggio medievale, meta di pellegrinaggio secolare al
santuario della Vergine Nera e di S.Amadour, tappa del Cammino di Santiago, haut-lieu
aggrappato ad una falesia, lungo la Dordogne (fil rouge della nostra vacanza
2012)
Il luogo è
suggestivo, a molti non piace perché molto turistico…..ma provate ad andarci
come abbiamo fatto noi sull’orlo di un uragano e vedrete che non c’è...nessuno!!!!
Quant’acqua
abbiamo preso?
Nessuna
mantella ha potuto salvarci, ma ci siamo inerpicati per le strade vuote e per i
216 gradini per arrivare fin su, in un’atmosfera stranissima.
Solo noi,
bagnati come pulcini. Ogni tanto ci fermavamo sotto un’arco o dentro un
portone.
Per fortuna
come succede spesso nella Mitteleuropa la pioggia lascia spazio a sole e cielo
azzurro (e a questo punto il paese è stato invaso da orde di turisti sandalati,
come noi).
Nella
salita Pao ha ceduto, a dire il vero quasi alla fine. Ci siamo fermati in un
posto suggestivo, due gradini di un bel palazzo antico, da dove si vedevano i tetti delle case e abbiamo atteso il
ritorno di Franz e papàprof.
Nel
frattempo il paese si animava ed è stato facile immaginare la vita di quando
era il medioevo con le botteghe, i mercanti e i carri che passavano.
Io e Paolo
dall’alto del gradino abbiamo sorriso ai passanti, chiacchierato con i turisti,
solo semplicemente osservato la bellezza dei luoghi.
E’ vero ci
siamo persi il santuario e forse lo spirito del luogo, a volte bisogna
scegliere e viaggiare con i bambini implica sempre qualche compromesso.
Alla fine
della gita, ridiscesi al parcheggio (sul fiume), ci siamo trovati davanti
questo cartello, che prima non avevamo visto.
Secondo voi come ci siamo sentiti?
A casa
nostra è diventato un cult. I bambini, che come al solito dimostrano un certo
entusiasmo nei confronti di cataclismi e catastrofi, hanno cominciato ad
immaginare dove potesse finire la nostra auto se il parcheggio si fosse davvero
inondato.
Alla
notizia che la Dordogne alla fine del suo lungo corso finisce nell’Atlantico
(che per noi significa Ile de Rè, altro viaggio che ci è rimasto nel cuore e che vi consigliamo) si sono immaginati scenari
apocalittici in cui la nostra amata Skoda navigava tra le onde fino al Fort
Boyard.
Ci siamo
divertiti molto e tutti i parcheggi incontrati dopo, e in quella settimana
molti erano lungo il fiume naturellement, sono stati sempre e solo classificati
da noi come “inondables” anche se un cartello così non l’abbiamo mai più
trovato.
Con questo post partecipo all'iniziativa "Il Senso dei Miei Viaggi". Questo mese, l'argomento - I Cartelli Dei Miei Viaggi- è stato proposto da Monica Liverani del blog Ideedituttounpo'
Seguiteci con l'hashtag #sensomieiviaggi!!!
6 commenti:
Qui non c'è votazione perché la foto è una sola, comunque il racconto della giornata è stato molto divertente!
Ciao, divertente il tuo post! Immagino che quel parcheggio rimarrà per sempre nel vostro "les
sico familiare" come tanti luoghi dei nostri viaggi sono rimasti nel nostro
Bello il tuo post, davvero simpatico.
Vuoi sapere come ci si trova ad avere la macchina e non solo inondata?
Te lo dico io ...
Sicilia, parecchio tempo fa, è risaputo che in Sicilia non piove mai.
Campeggio la mia prima volta, ci fanno mettere nell'unico posto libero tenda e macchina, era in una conca ma non ci abbiamo fatto caso, ci siamo svegliati la mattina presto con il materassino e tutte le altre cose che galleggiavano, durante la notte era piovuto "un po'" anche la macchina era in brutte condizioni ma funzionava.
Da allora (era il primo giorno di vacanza) abbiamo finito il viaggio in albergo (ma non ha più piovuto).
Devono proprio essere dei bei posti quelli che descrivi.
Ciao
Norma
Sai che mentre leggevo le tue avventure mi è tornata in mente l'alluvione in veneto di 2 anni fa? Io e samir eravamo x il weekend a casa di amici a milano e rientrando il treno si ferma x più di un'ora xchè a vicenza (dove abbiamo lasciato la macchina) il fiume è esondato e mezza cittá è completamente sott'acqua. Non ti dico il panico, essendo da sola con il piccolo, non sapendo a che ora saremmo ripartiti e soprattutto non sapendo se avremmo trovato ancora la nostra auto ...
X fortuna la mattinaveravamo un po' in ritardo e quindi avevamo parcheggiato nel park che conosci anche tu invece che in quello più economico che è rimasto innondato x giorni interi ... ;)
ahahahahah!!!! Che ridere!!! anche io un cartello così non l'avevo mai visto!!! e certo che incute un po' di... timore! Io non parcheggerei nemmeno con il sole!
Ma che bello questo racconto...grazie, uno spaccato di vita che mi è davvero piaciuto.
Antonella
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