lunedì 20 novembre 2017

Al Museo con i bambini - la Cité de la Mer a Cherbourg (Normandia)

Vi anticipo subito che la cittadina di Cherbourg non l'abbiamo nemmeno vista. In Francia è famosa perché piove sempre (e infatti esiste un film che si intitola Les parapluies de Cherbourg con Catherine Deneuve). 




Ma - cosa che d'altra parte vale per tutta la Normandia - non è del tutto vero. Il giorno che ci siamo stati noi splendeva il sole ed era pure tiepido.

La nostra meta era La Cité de la Mer, un museo tematico dedicato al mare e alla tradizione marinaresca della regione realizzato nella vecchia stazione dei transatlantici.

Cherbourg è fuori dai classici itinerari turistici della Normandia soprattutto a causa della sua posizione geografica in cima alla penisola del Cotentin di fronte all'Inghilterra. Non ci passi per caso di qui, ci devi venire intenzionalmente. I francesi definiscono un posto come questo le bout du monde "la fine del mondo". Appunto.

Pochi sanno che qui c'era una grande stazione marittima per i transatlantici (lo stesso Titanic si fermò nella baia per accogliere 281 viaggiatori francesi) e che durante lo sbarco alleato del '44 fu distrutta completamente essendo un caposaldo molto importante grazie alla sua rada artificiale, la cui costruzione risale a Luigi XIV.




I turisti vengono prevalentemente per visitare la Citè de la Mer e anche noi la scorsa estate non abbiamo resistito al richiamo della Redoutable, il più grande sottomarino visitabile al mondo che riposa in questo museo.

La Cité de la Mer, oltre al sottomarino nucleare (ben più grande del nostro amato Toti e che vale assolutamente da solo la visita) offre ai visitatori un acquario profondo 11 metri che non ci ha stupito troppo, una collezione di batiscafi o simili da immersione, una sezione dedicata al Titanic abbastanza interessante e una sorta di simulazione di immersione nei fondali marini chiamata On a marchè sous la mer (che sembrava più un telefilm tipo star trek de' noantri).



Il sottomarino, come detto, vale il viaggio, anche se non è il nostro primo sottomarino: abbiamo già visitato più volte il Toti a Milano e abbiamo visto in acqua a Genova il Nazario Sauro (io ho visto anche da fuori, passandoci vicino in traghetto, l'U-Boot di Amburgo). 

(N.d.r. sarebbe bello magari un OTR in giro per l'Europa sulle tracce dei sommergibili esistenti? chissà!!!)

La Redoutable di Cherbourg è molto più grande (è lungo 128 metri) ed è un sottomarino nucleare. Attualmente il più grande visitabile al mondo.
Al termine del suo servizio venne portato qui, perchè da sempre Cherbourg è sede di cantieri navali dedicati ai sottomarini. Quindi quale posto migliore? 

La Redoutable fu il primo sottomarino ad avere le camere con brande singole per i marinai (se avete visto il Toti, vi ricorderete che il personale di bordo dormiva in brande estraibili nell'unica grossa camera del sommergibile  - che fungeva anche da refettorio e sala break - e ci si scambiava la branda a fine turno. Una vitaccia..). C'era poi una mensa e un'area dedicata alla 'detente' cioè al relax tra un turno e l'altro. Le missioni potevano durare 70 giorni senza riemergere in superficie.

Aveva 135 membri di equipaggio e fu attivo per circa 20 anni fino al 1991 quando fu messo "a riposo". Nel 1996 il Ministero della Difesa francese decise di farlo diventare l'attrazione principale del futuro museo di Cherbourg.  Si dovette costruire una darsena apposita per ospitare il sommergibile: ovviamente si tratta di una darsena inserita in un contesto turistico e che quindi non assomiglia a nessuno dei bacini che solitamente ospitano i sottomarini nei cantieri navali. Inoltre è più alta del livello medio del mare e si dovette attendere l'alta marea per permettere lo spostamento del sommergibile. Dal 2012 attende i turisti alla Cité de la Mer.

E che dire del nome 'La Redoutable'? In italiano possiamo tradurlo come 'formidabile'. Gli altri sottomarini della sua classe hanno nomi simili e tutti molto ridondanti: le Terrible, le Foudroyant, le Tonnant, l'Inflexbile. Quelli della classe successiva si chiamavano le Triomphant, le Téméraire, Le Vigilant. Vi sembrano adatti dei sommergibili nucleari? A me sembrano perfetti per dei sommergibili nucleari FRANCESI (🌝).


Nel biglietto è compresa l'audioguida - anche in italiano - che vi accompagnerà nel ventre del natante. La visita dura 35 minuti (non molto) ma è decisamente ben fatta e interessante. 








A lato della darsena del sommergibile vi è un'area dedicata alla storia delle immersioni, ai sommergibili del futuro e una zona di simulatori, dove siamo stati un'eternità...!




Un'altra area che ci è piaciuta è stata la sezione dedicata all'emigrazione e al  Titanic che qui fece il suo primo scalo per accogliere un gruppo di viaggiatori francesi. Da allora Cherbourg divenne importante porto d'imbarco per numerose compagnie di navigazione verso le Americhe.



Si visita prima di tutto la vecchia Sala dei Bagagli della stazione marittima: lungo le pareti alcuni video fanno rivivere le emozioni degli emigrati, tramite installazioni interattive ci si immedesima nei passeggeri delle navi scegliendo nome e professione e scoprire che magari saremmo stati rimandati indietro a traversata conclusa; oppure si può indagare se tra gli immigrati arrivati in America c'era qualcuno con il nostro stesso cognome. Io ad esempio ho trovato che c'erano moltissimi che si chiamavano come me (ma nessun parente diretto). 







Poi la mostra permanente 'Titanic. Ritorno a Cherbourg' racconta della vita a bordo nelle varie classi e dell'ultima notte del transatlantico attraverso alcuni video murali, cabine arredate, pannelli esplicativi. 

L'acquario, che viene presentato come il più profondo del mondo (11 metri), in realtà non ci ha entusiasmato e nemmeno l'attività per famiglie chiamata "on a marche sous la mer" (diciamo che abbiamo visto di meglio).

Tutto sommato però mi sento di consigliarvi, se mai passerete da Cherbourg, una mezza giornata alla Cité de la Mer. Noi ne siamo usciti soddisfatti ed è stata una di quelle belle sorprese che ci capitano nei nostri on the road.

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